Sinistri stradali, ricorso per cassazione, falsa applicazione dell’art. 2054 c.c. in relazione all’art. 141 c.d.s.

Avatar photo

La Corte di Cassazione, in una recente pronuncia (931/2025), ha ribadito la centralità del controllo di legittimità nell’accertamento della corretta qualificazione giuridica dei fatti da parte del giudice di merito. Al centro della decisione vi era il vizio di sussunzione, inteso come errore nella riconduzione della fattispecie concreta alla corretta fattispecie astratta, senza che ciò comportasse la necessità di una rivalutazione dei fatti accertati.

Il vizio di sussunzione: il caso in esame

Il ricorso, accolto dalla Corte, denunciava la falsa applicazione degli artt. 2054 cod. civ. e 141 cod. strada. La questione posta non riguardava la ricostruzione dei fatti da parte della Corte d’appello, che non era stata messa in discussione, bensì l’erronea qualificazione giuridica operata sulla base di tali fatti.

Secondo i ricorrenti, la Corte d’appello aveva ritenuto adeguata la velocità di 60 km/h tenuta dal conducente, pur in presenza di condizioni ambientali (ora serale, scarsa illuminazione, presenza di fermate autobus e un bar lungo la strada) che avrebbero imposto una condotta più prudente, in applicazione del principio generale sancito dall’art. 141 cod. strada.

La posizione della Cassazione

La Corte di Cassazione ha chiarito che il vizio denunciato rientrava pienamente nel paradigma dell’art. 360, comma primo, n. 3, cod. proc. civ., in quanto riferito all’errata applicazione delle norme giuridiche ai fatti accertati. La Corte ha sottolineato che il vizio di sussunzione si verifica quando il giudice di merito, pur ricostruendo correttamente i fatti storici, li riconduce ad una fattispecie normativa astratta non pertinente, ovvero omette di considerarne una che sarebbe stata applicabile.

Nel caso in esame, la Cassazione ha rilevato che la Corte d’appello:

  1. Erroneamente ha ricondotto i fatti all’art. 141 cod. strada senza considerare il principio di prudenza. Tale norma, infatti, impone non solo di rispettare i limiti di velocità ma anche di adeguare la condotta di guida alle condizioni del tempo e del luogo. La velocità tenuta dal conducente, pur formalmente entro il limite massimo, non era congrua rispetto alle circostanze (illuminazione carente, ora serale, presenza di fermate autobus e bar), che suggerivano la possibilità di attraversamenti pedonali imprevisti.
  2. Ha omesso di applicare correttamente la presunzione di colpa di cui all’art. 2054 cod. civ., che grava sul conducente in caso di incidente stradale. La velocità non prudente, ancorché nei limiti di legge, avrebbe dovuto essere valutata come una condotta imprudente, capace di incidere causalmente sul verificarsi del danno.
  3. Ha adottato una motivazione congetturale. La Corte d’appello aveva giustificato la velocità tenuta dal conducente sulla base di un presunto riferimento a limiti di velocità più alti di altre strade provinciali, senza che tale argomentazione trovasse fondamento concreto.

Il principio di diritto

La Cassazione ha richiamato il consolidato principio secondo cui il controllo di legittimità si estende alla corretta sussunzione del fatto nella norma giuridica applicabile. Tale controllo non implica una rivalutazione del fatto storico, riservata al giudice di merito, ma riguarda la verifica della corretta applicazione della norma di diritto in relazione ai fatti accertati.

In particolare, è stato ribadito che l’art. 141 cod. strada impone un obbligo di prudenza ulteriore rispetto al mero rispetto dei limiti di velocità: il conducente deve adattare la propria condotta alle condizioni ambientali, anche al di sotto dei limiti consentiti, se ciò è necessario per prevenire situazioni di pericolo.

Conclusioni e rinvio

La Cassazione ha cassato la sentenza impugnata, rinviando alla Corte d’appello in diversa composizione affinché riesamini il caso applicando correttamente i principi indicati. Il giudice di rinvio dovrà valutare se la velocità tenuta dal conducente fosse conforme al principio di prudenza, considerare la presunzione di colpa ex art. 2054 cod. civ., e riconsiderare la relazione causale tra la condotta del conducente e l’evento dannoso.

Considerazioni finali

Questa decisione sottolinea l’importanza di distinguere tra la ricostruzione dei fatti e la loro qualificazione giuridica. Il giudice di merito, pur essendo il dominus nell’accertamento della quaestio facti, deve applicare correttamente la norma giuridica ai fatti accertati, pena l’annullamento della sentenza per vizio di sussunzione. L’approccio rigoroso della Cassazione garantisce così il rispetto dei principi di diritto e il corretto svolgimento del processo.

La supervisione del ricorso per cassazione.

I miei ricorsi pendenti e decisi

Ricorsi accolti

 Contatti.


Share
Avatar photo

Avvocato, blogger, relatore in convegni e seminari. Autore di numerosi articoli apparsi su riviste specializzate cartacee e delle seguenti monografie: Le insidie e i trabocchetti della fase di trattazione del processo civile di cognizione. Manuale di sopravvivenza per l’avvocato, Lexform Editore, 2009; Le trappole nel processo civile, 2010, Giuffrè; L’onere di contestazione nel processo civile, Lexform Editore, 2010; L’appello civile. Vademecum, 2011, Giuffrè; Gli strumenti per contestare la ctu, Giuffrè, 2013; Come affrontare il ricorso per cassazione civile, www.youcanprint.it, 2020.




Lascia un commento

  • (will not be published)

XHTML: Puoi usare questi tags: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>

*